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DESCRIZIONE ASSOCIAZIONE

Libera dalla Violenza: primo sportello on line dedicato a tutte le vittime della violenza di genere.

Sportello online, gratuito, attivo 24/7, garantisce un intervento tempestivo dove necessario.

Sensibilità, competenza e tempestività sono le parole chiave che compongono le linee guida per tutti i professionisti e non che, a diversi livelli, collaborano alla prevenzione e al contrasto della violenza di genere.

Il principio alla base di Libera dalla Violenza è la condivisione delle informazioni e delle conoscenze specifiche.

Nata nel 2013, l’Associazione Libera dalla Violenza ha dimostrato sin da subito di poter accorciare le distanze tra le vittime di violenza e le istituzioni pubbliche e private.

Ad oggi, le persone che si sono rivolte a Libera dalla Violenza hanno avuto a disposizione un luogo dove esporre il loro dramma e un network consolidato, basato su relazioni personali e professionali, dove trovare gli strumenti per affrontarlo e risolverlo con un percorso dedicato.

Rompi il muro del silenzio. Parliamone!

La violenza di genere è un fenomeno di pericolosità sociale che riguarda tutti.

Libera dalla Violenza è lo strumento a disposizione della comunità per continuare a sostenere il diritto alla protezione della vita umana ed alla libertà.

Riconosci la violenza!

Violenza Fisica: ogni forma di maltrattamento contro la persona, il suo corpo o le sue proprietà.

Violenza Sessuale: ogni coinvolgimento in pratiche sessuali senza il consenso della persona.

Violenza Psicologica: ogni forma di mancanza di rispetto idonea a ledere l’identità della persona, che può finire per perdere la cognizione del proprio valore.

Violenza Economica: ogni forma di privazione e controllo che limiti l’accesso all’indipendenza economica di una persona.

Cosa fare?

Scrivici! Un contatto sensibile, professionale e tempestivo ti permetterà di iniziare un percorso verso una nuova vita.

Clicca su Libera dalla Violenza e scrivici su Whatsapp, Facebook o tramite il modulo sul sito.

L’Amore illumina il tuo sorriso, iniziamo insieme il tuo percorso verso la libertà.

CASE HISTORY

Stefania Formicola e Carmine D’Aponte si conoscono, come capita sempre più frequentemente negli ultimi anni, sui social. Fin da subito lui si dimostra dolce, amorevole e timido anche di fronte ai genitori di Stefania che, fin da subito, lo accolgono con piacere in famiglia.

Inaspettatamente però, questa relazione viene attraversata da una notizia inaspettata. Carmine ha un figlio da una donna che attualmente vive con la suocera, madre di Carmine. Stefania vuole lasciarlo. Lui fa di tutto per far sì che lei non lo lasci, tanto che quando Stefania si scopre incinta decidono di sposarsi immediatamente.

Una volta sposati, nonostante l’arrivo dei due figli, le premure di D’Aponte svaniscono nel nulla e aumentano sempre di più le sue angherie nei confronti della moglie. Inizia a chiamarla con nomignoli dispregiativi, denigrando il suo fisico, la controlla continuamente, anche mentre lei si trova al lavoro, diventa ossessivo e violento.

Le scuse che Stefania prende quando i conoscenti le chiedono come mai avesse un occhio nero erano infinite. La routine di Carmine era, dopo averla brutalmente malmenata, inginocchiarsi e chiederle perdono. La paura di Stefania però era paralizzante e non riusciva a trovare il coraggio di denunciarlo.

Un giorno, però, Stefania, stanca di tutte le violenze subite, decide di lasciare il tetto coniugale per tornare a casa dai suoi genitori con i figli e separarsi, così, da Carmine.

Stefania aveva 28 anni.

Quella mattina si stava recando al lavoro, ma trovò Carmine ad aspettarla per strada. Lui insistette per avere un ultimo chiarimento, la implorò di salire in macchina e ascoltarlo. Stefania, impaurita ma innamorata, accettò.

Carmine D’Aponte non ha mai confessato l’omicidio di sua moglie. Non si è mai dichiarato colpevole o pentito anzi, ha richiesto il rito abbreviato per poter ottenere una riduzione di pena.

Questo è il primo caso in Italia in cui, nonostante il rito abbreviato e nonostante non vi sia stata denuncia, l’Avvocato della vittima, Libera Cesino, riesce a ottenere non solo l’ergastolo ma anche la decadenza della patria potestà per l’omicida.

“Tutto questo è stato possibile, racconta l’Avv. Cesino, perché siamo riusciti a ricostruire tramite WhatsApp e tramite le testimonianze, tutte le violenze subite da Stefania.”

Il punto fondamentale, però è stata la scelta, da parte dell’Avv. Cesino, di una squadra specializzata e consolidata che rappresenta il meglio dal punto di vista professionale e che compone, da sempre, l’Associazione Libera dalla Violenza.

Oltre tutto, dal punto di vista civile, l’Avv. Nino Longobardi, membro della Rete di Scopo di Libera dalla Violenza, si è attivato repentinamente e indipendentemente dal penale, per poter ottenere che i nonni materni potessero essere nominati tutori e curatori dei bambini. Grazie alle leggi sul femminicidio i bambini ora potranno anche cambiare il loro cognome.

I figli di Stefania si sono costituiti parte civile usufruendo del gratuito patrocinio e, grazie al Fondo per gli Orfani da Femminicidio istituito dalla Regione Campania e grazie all’Avv. Libera Cesino, attraverso il Centro Antiviolenza Anchise i bambini hanno ottenuto i fondi regionali per le future spese scolastiche, mediche ecc.

“Giustizia è stata fatta. Abbiamo difeso Stefania con convinzione dal primo istante. Siamo riusciti a difendere la sua memoria anche grazie alle nuove leggi sul femminicidio”

Avv. Libera Cesino e Avv. Raffaele Chiummariello

La signora De Felice e il compagno convivevano da 8 anni.

8 anni in cui Grazia ha fatto di tutto per convincere il convivente a smettere di far uso di droghe pesanti. Il problema, però, non erano solo le droghe, il compagno di Grazia portava sempre con sé un coltello.

La signora De Felice era quotidianamente vittima di eccessivo controllo, violenza fisica e psicologica da parte del compagno. Ma a un certo punto Grazia trova il coraggio e decide di cercare l’aiuto di una professionista specializzata.

L’Avv. Libera Cesino ha accompagnato, sin da subito, Grazia nel suo percorso verso la libertà ed è riuscita a ottenere la condanna a 4 anni e mezzo di reclusione sia in primo che in secondo grado di giudizio.

“Ciò che caratterizza questo caso, racconta l’Avvocato Cesino, è che, anche senza testimoni, ma solo con la semplice testimonianza della parte offesa, riuscimmo a ottenere la condanna del carnefice.”

Nel 2017, Grazia De Felice, dopo aver subito ben 3 attentati alla sua persona da parte dell’ex convivente, ha ricevuto, insieme all’Avv. Libera Cesino, il premio “Donna Coraggio” dall’Associazione Amici di Ischia.

La signora Maria, 45enne, impiegata da anni nel settore farmaceutico, ha due figli di 18 e 16 anni. Il marito, il signor Bianchi, laureato in architettura non si dedica al lavoro. Nessuno immagina ciò che la signora Maria e i figli devono affrontare quotidianamente.

Nonostante il patrimonio di famiglia sia ingente, nonostante l’agiatezza in cui vivono, nonostante le molteplici proprietà immobiliari, il signor Bianchi gestisce totalmente ed ermeticamente il patrimonio.

La signora Rossi non ha nemmeno la libertà di scegliere arbitrariamente cosa comprare da mangiare, né di andare dal parrucchiere ogni tanto.

La violenza psicologica a cui Maria è sottoposta quotidianamente è efferata, crudele e costante da oltre 20 anni e non si è attenuata con l’arrivo dei figli. L’intera famiglia vive in un clima di sopraffazione e ha sviluppato una sorta di assuefazione alle continue angherie del Bianchi, che riesce ad averle tutte vinte solo perché i componenti della famiglia non riescono a trovare il coraggio per reagire.

Un giorno, però, l’architetto improvvisamente usa violenza fisica nei confronti della moglie, non era la prima volta. Ma questa volta sono presenti i figli.

Questo è il punto di svolta.

Maria e i figli pur se impauriti decidono di andare al Centro Antiviolenza Anchise dove, successivamente, avranno l’occasione di essere assistiti dall’Avv. Libera Cesino, che li accompagnerà lungo tutto il percorso.

La signora Maria sceglie di denunciare il marito, in questo modo ottiene immediatamente la separazione.

Dopo essere scappati di casa senza nulla, la signora Maria e i figli, sono stati accolti in un alloggio trovato dal Centro Antiviolenza Anchise che li ha guidati e supportati. Dopo circa 4 mesi il signor Bianchi ha dovuto lasciare il tetto coniugale. In questo modo la signora Maria e i figli sono riusciti a tornare nella loro casa ma, appena rientrati, si sono resi conto che i loro effetti personali erano stati portati via. Il signor Bianchi aveva deciso di perpetrare la violenza psicologica nonostante tutto.

Anche in questo caso sarà l’Avv. Cesino a suggerire alla signora Maria di denunciare l’ormai ex marito.

La violenza psicologica è subdola, non lascia segni sulla pelle, ma dentro l’anima.

Il manipolatore tiene sotto controllo le persone intorno a lui, fa pensare alla vittima che è lei la persona sbagliata.

La signora Maria, infatti, ha dovuto fare un percorso, insieme allo staff del Centro Antiviolenza per riconoscere la violenza.

Attualmente la maggior parte del patrimonio è stato assegnato alla signora Maria che ha, inoltre, ottenuto il diritto al mantenimento.

“Sono rinata, sei riuscita a ridarmi quella normalità che mi mancava. Finalmente sono libera anche di andare a fare una semplice passeggiata in riva al mare con i miei figli, senza preoccupazioni” – La signora Maria all’Avv. Libera Cesino

“Le denunce di violenza psicologica sono importanti perché funzionali ad avere giustizia”

Avv. Libera Cesino

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